THE VILLAGE WEEKEND con Federica SELLERI
IPPOLITO CAFFI AL CASTELLO DI MIRAMARE

É d’obbligo spendere due parole sulla location fiabesca in cui la mostra è collocata. Il Castello di Miramare, circondato da un rigoglioso parco ricco di pregiate specie botaniche, gode di una posizione panoramica incantevole in quanto si trova a picco sul mare, sulla punta del promontorio di Grignano che si protende nel golfo di Trieste a circa una decina di chilometri dalla città. Massimiliano d’Asburgo, fratello minore di Francesco Giuseppe, lo fece costruire nella seconda metà dell’Ottocento come sua residenza. L’edificio, interamente rivestito in pietra bianca d’Istria, è uno dei maggiori esempi europei di residenza principesca ottocentesca.
Ippolito Caffi non solo è erede del vedutismo settecentesco, ma ne è anche suo profondo innovatore, intreccia la sua vita all’arte e alla politica. Instancabile viaggiatore, patriota e artista-reporter, è mosso dall’esigenza continua di documentare la realtà dei tanti luoghi che ha visitato con grande attenzione per ogni sfaccettatura percettibile. Durante innumerevoli viaggi, Caffi immortala nelle sue tele le più belle città d’Italia, d’Europa e d’Oriente. Sono vedute che testimoniano una grande abilità prospettica che l’artista sa arricchire con un profondo senso di ampiezza atmosferica e con un ricercato studio sugli effetti di luce.
Il percorso espositivo – che si snoda tra le sale del Castello – inizia nella Sala della Rosa dei Venti dove sono esposte tele che ritraggono, in diversi momenti della maturità artistica del pittore, due città da lui molto amate e dove soggiorna a lungo nel corso della sua vita: Venezia e Roma. In laguna Caffi frequenta l’Accademia di Belle Arti ma, fin da giovanissimo, sogna di fuggire alle rigidità teoriche e di stabilirsi nella Città Eterna dove si sente ispirato e più libero da ingombranti modelli settecenteschi, che avrebbero potuto condizionare la sua creatività. Si passa dunque dai soggetti romani più celebri affrontati negli anni quaranta, come Carnevale di Roma. La festa dei moccoletti – tema più volte replicato dall’artista – alle numerose vedute notturne e diurne del Colosseo, fino alle tele degli anni cinquanta come quella raffigurante Piazza San Pietro. Tra le opere che ritraggono la città lagunare particolarmente suggestive appaiono Neve e nebbia in Canal Grande, Veduta del Molo o la seducente e spettacolare Serenata sul Canal Grande.pittore veneto – a un anno dall’anniversario dei centocinquant’anni dalla sua morte – congiunge idealmente l’esperienza di due viaggiatori, Massimiliano e Caffi, anche attraverso rimandi e suggestioni che si snoderanno tra mostra temporanea ed esposizione permanente. Due personalità diverse per origine ed estrazione culturale ma che hanno saputo trovare nel viaggio un sottile, comune percorso e un positivo desiderio di conoscenza.

pittore veneto – a un anno dall’anniversario dei centocinquant’anni dalla sua morte – congiunge idealmente l’esperienza di due viaggiatori, Massimiliano e Caffi, anche attraverso rimandi e suggestioni che si snoderanno tra mostra temporanea ed esposizione permanente.
Due personalità diverse per origine ed estrazione culturale ma che hanno saputo trovare nel viaggio un sottile, comune percorso e un positivo desiderio di conoscenza.